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Il mosaico della “Legione Tagliamento”

Sopra la porta principale del Tempio Sacrario Madonna del Conforto a Cargnacco (Udine), è apposto il mosaico “Woroschilowa 1941-1942 Legione Tagliamento”, in ricordo dell’eroica “Battaglia di Natale del 1941”.

Commissionato nel 1978 dal Presidente del Comitato Reduci del Fronte Russo della Legione Tagliamento Bruno Staffuzza, venne realizzato, tra il 1978 e il 1979, dalla Scuola Mosaicisti del Friuli di Spilimbergo (direttore maestro Rino Pastorutti). Donato al Tempio dal Comitato Reduci, fu collocato in situ e inaugurato nel 1979 (cfr. Partitario di Lavoro “Bruno Staffuzza”, in b. 93, cart. 1979, Archivio della Scuola Mosaicisti del Friuli).

Una riproduzione del mosaico, completa di uno stralcio della rievocazione di quella battaglia, arricchisce il volume Il Tempio di Cargnacco, al Soldato Ignoto di Pietro Fortuna e Luigi Grossi (Cartostampa Chiandetti, Reana del Rojale 2004, pp. 202, 203).

Ma come è nato il mosaico? Ci piace sentirlo raccontare da Danila Merlin – ideatrice e autrice del bozzetto originale, nonchè moglie del Reduce autiere della Legione Stefano Centon: «Verona, 21.4.1998. Egregio Signore [il nostro compianto presidente Dino Peresson; ndr], non ho l’onore di conoscerla, ma dai notiziari da lei redatti si intuisce quanto sia un valido continuatore e degno successore del Dr. Staffuzza, il cui decesso mi ha profondamente rattristata. Ora il compito a lei affidato non mancherà di appoggi. Da parte mia, l’augurio per un sereno proseguimento.

Sono la moglie di un ex autiere della “Tagliamento”, partecipe a vari incontri a cui mio marito teneva particolarmente, tanto che si prodigò per rintracciare quel gruppo di autieri tornado dalla Russia per riavvicinarlo alla legione. Impresa non facile per le diverse residenze, invece si realizzò e commovente fu il primo incontro fra “commilitoni” ormai padri e anche nonni! In seguito ebbi l’onore di conoscere, oltre il Dr. Staffuzza, il Col. Margini, il Prof. Cristofoli, la Prof. Azzolini, con i quali si instaurò uno speciale rapporto.

Un giorno, per me memorabile, questi signori con le consorti si riunirono a casa del Dr. Andreussi a Marmirolo, con lo scopo di ideare un mosaico per il tempio di Cargnacco. Con mio marito, invitato a rappresentare gli autieri, c’ero anchio, rimasta poi con le signore appartate dal nobile consesso. Ero tranquilla a godere di un ameno discorrere tutto femminile, ben lungi dall’immaginare ciò che stava maturando dall’altra parte.

Mio marito, sentendo lo scambio di opinioni riguardanti il mosaico, pensò di informare che io dipingevo e quindi in grado, forse, di esprimere qualche idea. La proposta fu accolta e non solo! Detto fatto. Fui introdotta “là” ove il tema “pannello” era in pieno svolgimento. Mi sentii a disagio davanti a quelle persone importanti che evocavano scene di guerra, di soldati macilenti, di un cappellano che assiste i feriti e… l’idea prende forma, mi coinvolge. Il destino ha sempre una parte nella vita dell’uomo, infatti all’esplicita domanda rivoltami di realizzare il pannello risposi: ci provo.

Non nascondo quanto fossi frastornata per l’insolita situazione e confuse per il soggetto proposto. Comunque, la passione, per quella che io definisco poesia del colore, fugò ogni titubanza. Misi in moto la fantasia inquadrando, man mano, un figurativo drammatico che significasse un momento storico a Woroscilowa.

Quando il Dr. Staffuzza presentò ai Reduci convenuti a Latisana il dipinto, qualche lacrima brillò su quei volti non più giovani! Un cristico d’arte presente, mi chiese come feci a realizzare quei colori, quel cielo, quell’atmosfera… Che rispondere? Il colore si sente, oltre che vederlo; poi una predisposizione naturale, un sentimento dell’animo, un dono di Dio; inoltre, un contest di episodi sentiti raccontare stimola l’immaginazione su cose lontane, tristi, sfocate, ma con un loro fascino anche se tremendamente tragic: la steppa, i girasoli, la neve, il disgelo, il natale nell’isba gelata, con preghiere, sofferenza e angoscia per l’ignoto che incombe, un tutto che il cielo – qualunque ne fosse il colore quella notte pur santa – ha coperto con lacrime di neve.

Quanto scritto è vivo nei miei pensieri, perchè unico e irripetibile; inoltre ritengo doveroso aggiungere parte di uno scritto inviatomi dal Dr. Staffuzza il 20.9.979:

“Cogliendo lo spirito di chi visse la tragedia di Woroscilowa, lei ha intuito l’atmosfera di quei momenti, il grigio cupo del cielo, il bianco accecante della neve, il rosso degli scoppi, il soldato morente, il cappellano che assiste. Il tutto si fonde e dà vita al quadro. Scorrerà implacabile il tempo sulle cose umane, non scorrerà distruttore sul pannello da lei creato che rimarrà nei secoli nel tempio di Cargnacco. Le generazioni che verranno al tempio comprenderanno, oltre ogni idea piolitica, ogni manifestazione del momento, che la sua è un’opera d’arte, una fiammata d’eternità”.

In queste parole c’è l’anima e la forza spirituale del Dr. Staffuzza, ora nel misterioso infinito con coloro che lo hanno preceduto: Margini, Cristofoli, Azzolini, tanti altri e mio marito, deceduto nel 1989. Era del 1920.

Ogni scomparsa lascia un vuoto che solo la fede può colmare con il ricordo anche dei sereni incontri a Cargnacco e a Latisana, davanti all’Immagine della Madonna posta a testimonianza dello spirit cristiano della “Tagliamento”.

Ora che mi sono presentata, rinnovo l’iniziale augurio e la salute con molta stima e rispetto. Danila Merlin Centon. P.S. Seguirà un contributo per il notiziario che mi onoro ricevere».

Ricostruita la storia del mosaico, ci si potrebbe fermare qui. Ma noi siamo tenaci e… fortunati: Danila, infatti, non si è limitata a regalarci i colori della Battaglia di Natale, ma ce li ha raccontati, come una “colonna sonora”:

MEMORIE DI UN NATALE DI GUERRA

Tornato alla natia terra
dopo una guerra sofferta,
non voluta,subita e perduta,
il reduce guarda il cielo
con negli occhi un velo di tristezza:
la perduta giovinezza dell’amico fraterno
in quel maledetto inverno.

Era Natale, notte di mistero,
quaranta gradi sotto zero.
Nel ricordo, la malinconia
rimette in luce una scia di episodi,
memorie, frammenti di singole storie;
contrasti,umori,nostalgie di amori
lontani, sbiaditi o nell’oblio finiti.

Sempre così ad ogni Natale
evocazione surreale di un tetro
abituro diroccato, oscuro:
l’isba di Woroschilowa ove
fu messa a dura prova
la Legione Tagliamento accerchiata.
Paura, sgomento, concitato parlottio
percepito solo da…..Dio.

Nell’immane confusione,
la delirante condizione
di feriti ammassati, lerci e infagottati
come pupazzi a brandelli, stralunati
come agnelli al sacrificio.
Nel desolato edificio
non c’è immagine né croce,
solo il conforto di una voce:

Il cappellano eleva la preghiera
della più povera ma più vera messa di Natale.
E’ mezzanotte, non armonia di note,
né suoni di campana in quella terra lontana.
Voci roche: ” Tu scendi dalle stelle”
ombre di fioche fiammelle oscillano
e l’accorato canto s’incrina, è pianto…..
visioni care…e là sull’altare disadorno
il calice trascolora, s’eleva, è l’ora
del divino mistero…..subitaneo un pensiero.

L’isba, la grotta, il gelo, sotto lo stesso cielo,
umile ricovero per un Dio che nasce povero
tra pastori stupiti e soldati braccati
come banditi nella più cupa miseria
col terrore di confinare in Siberia
ed il freddo aumenta, plumbea tormenta
avvolge un paesaggio spettrale.
Tragica notte di Natale,
olocausto per una guerra fatta per niente.

Eppur nella mente son fisse gesta generose
che fiorivano come rose a maggio,
episodi vissuti nel silenzio,
tenuti in cuore con umiltà e amore
da ignoti soldati periti in trincea, congelati,
coperti da una coltre di neve e chissà,
l’adorno lieve di un filo d’erba appassito
con gocce di sangue colorito.
Son passati gli anni, non nell’oblio i loro vent’anni

Danila Merlin Centon