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Inno Battaglioni “M”

Battaglioni del Duce, battaglioni
della morte, creati per la vita:
a primavera s’apre la partita,
i continenti fanno fiamme e fior.
Per vincere ci vogliono i leoni
di Mussolini armati di valor.

Battaglioni
della morte,
battaglioni
della vita,
rincomincia la partita,
senza l’odio non c’è amor.

Emme rossa
uguale sorte,
fiocco nero alla squadrista,
noi la morte
l’abbiam vista,
con due bombe e in bocca un fior.

Contro l’oro c’è il sangue – e fa la storia,
contro i ghetti profumano i giardini,
sul mondo batte il cuor di Mussolini:
a Marizai il buon seme germogliò.
Nel clima di battaglia e di vittoria
la fiamma nera a ottobre divampò.

Contro Giuda, contro l’oro,
sarà il sangue a far la storia,
ti daremo la vittoria,
Duce, o l’ultimo respir.
Battaglioni del lavoro,
battaglioni della fede,
vince sempre chi più crede,
chi più a lungo sa patir.

Francesco Albanese (Torre del Greco, 13 agosto 1912 — Roma, 11 giugno 2005) è stato un tenore italiano e la voce dell’inno dei Battaglioni ‘M’.

Dotato di una voce calda, pastosa ed espansiva e di una dizione perfetta, si trasferì giovanissimo negli Stati Uniti d’America e studiò a Boston, riuscendo a vincere un importante Concorso Nazionale. Tornato in Italia, incise, nel 1937, Luna nova ed A vucchella, per interpretare, l’anno successivo, la colonna sonora del film Napoli che non muore di Amleto Palermi. Successivamente fu anche protagonista di Canto, ma sottovoce… di Guido Brignone (1945).

Esordì sulla scena lirica al Teatro dell’Opera di Roma il 10 giugno 1940 nel ruolo di Evandro nell’Alceste di Gluck, a cui seguì, alla Fenice di Venezia, nel 1942, l’interpretazione di Don Ramiro ne La Cenerentola di Rossini. Da allora, si distinse nei principali ruoli tenorili dell’opera e si esibì nei principali teatri lirici italiani ed esteri, particolarmente in Germania, Spagna, Portogallo ed America meridionale.

Nel 1952 cantò al Maggio Musicale Fiorentino con Maria Callas, nell’Armida di Rossini, ne La traviata di Verdi ed in Medea di Cherubini. Si ritirò dalle scene al San Carlo di Napoli nel 1961 con Lo schiavo di sua moglie a soli 49 anni. Albanese si sposò due volte ed ebbe come seconda moglie il soprano Onelia Fineschi che gli diede una figlia.

Tra le sue migliori interpretazioni, si ricordano: Voce ‘e notte, Santa Lucia luntana, Marechiare, Piscatore ‘e Pusilleco, Silenzio cantatore, ‘O surdato ‘nnammurato, Santa Lucia, Carcerato, Addio, mia bella Napoli!, Surdate e Na sera ‘e maggio.